Lo Strano Percorso

È proprio strana la vita. La si può immaginare come una strada con salite ripide, lunghi tratti pianeggianti e poi, senza la presenza di segnali di pericolo ritrovarsi a percorrere pezzi dissestati.
Le parti più interessanti sono gli incroci: si può tirare dritto o riprendere il viaggio insieme a qualcun altro. Quest’ultimo, è il caso di Vania e Paolo. Lei una carissima amica infermiera conosciuta durante il mio ricovero, e lui il figlio del mio primo compagno di stanza. 

La storia del loro incrocio può non sembrare una delle migliori…….
 Un primo brutto incidente che ha cambiato la vita di una famiglia, la quale si è trovata improvvisamente catapulta in un mondo che non vorremmo appartenesse a nessuno. Quello ospedaliero.
Riuscivo ad immaginare il dolore di Paolo. Dopo il lavoro correva a prendere il treno per poter raggiungere Niguarda e dar da mangiare a suo padre. La routine era questa: arrivo previsto intorno le 18:15, a volte anche più tardi, così doveva andare a scaldare i piatti nel microonde dei dipendenti, la tele era fissa sul canale Iris, che a quell’ora trasmetteva Hazard, e per finire si tagliava una bella fetta di Gorgonzola. Poi io davo a Paolo le bustine di formaggio che avanzavo, cosicché potesse portarle al lavoro, lui finiva di sistemare Giancarlo mettendo a posto i cuscini sotto le braccia, dandogli l’ultimo goccio d’acqua e posizionando il campanello vicino alla testa. 

 “Ciao papà, ciao Priscilla. Buona serata.” Chissà quanto doveva essere straziante per le famiglie doversene andare e lasciarci lì. Poi la svolta!

Vedevo Vania entrare nella stanza mia e di Giancarlo con un’aria troppo allegra. E sicuramente non potevamo essere noi a metterle addosso allegria, visto che chiamavamo solo per farci aspirare la tracheo. Così non ho impiegato molto a capire che tra Vania e Paolo si era creato un legame tenero, e da gli occhi di Vania ho capito che l’amore degli adulti è lo stesso che si prova durante l’adolescenza. O per lo meno ho imparato che ad ogni età l’amore ci porta a provare emozioni che rendono giovane il cuore, perché quegli occhi avevano vita propria: brillavano e danzavano quando vedevano Paolo.
Dopo vari mesi hanno reso la notizia pubblica, e potevano tranquillamente raccontare delle loro uscite ai concerti dei Modá e di Eros Ramazzotti. 

Un anno dopo le dimissioni del ricovero mi stavo sentendo con Paolo e Vania Per organizzare una festa a sorpresa durante il compleanno di Giancarlo, ma le complicazioni della sua salute hanno fatto in modo che quello stesso giorno dovessimo trovarci per il suo funerale.
In chiesa ho pensato tutto il tempo a dei pensieri che Giancarlo aveva voluto confidarmi proprio la sera del suo compleanno l’anno precedente: “Ho lavorato una vita, per godermi solo due anni di pensione…” Poi la voce è stata interrotta dal pianto. E non potevo non pensare a quanto la sfiga si stesse intromettendo nella vita di quella famiglia. 

Questi, e altri, brutti inconvenienti hanno reso la storia di Vania e Paolo difficile ma più forte, e sicuramente questi fatti hanno portato lui a pensare “É lei la donna con cui voglio passare il resto della mia vita”, per quanto vicina gli è stata e per quanta cura di lui ha avuto.

Sono felice di esser stata testimone a questo lieto evento, il quale mette su carta la loro volontà di rimanere uniti nella gioia e nel dolore, come oramai fanno da quando si conoscono.
Saranno sempre il mio esempio preferito di viaggiatori, perché fin dall’inizio non hanno avuto paura del terreno tortuoso che ogni giorno percorriamo. 

 Buon Viaggio!

Priscilla_Chairleader
 

 

“La notte i reietti fanno brutto”, e così è stato!

Le emozioni che si provano ai concerti sono sempre uniche. Se, in più, si tratta di uno dei tuoi artisti preferiti le sensazioni sono ancora più travolgenti. Il mix di euforia e felicità si fanno sentire attraverso le voci di tutti i presenti e non importa se si tornerà a casa con qualche botta a causa della troppa ressa o di un pogo troppo violento. L’importante è essere presenti!

Ieri sera ho partecipato alla chiusura de Il Bello D’Esser Brutti Tour, di J-Ax. E ammetto di esser stata preoccupata all’inizio, perché i suoi concerti per me sono sempre stati il top prima dell’incidente, e avevo paura di macchiare dei bei ricordi. Essendo sempre stata abituata a saltare e cantare in mezzo a tutti i partecipanti, non me la sentivo di essere esiliata su un palchetto lontano da quello dell’esibizione. Così avevo già avvisato l’amico con cui sono andata, che avrei fatto di tutto per andare davanti il mio idolo.

Ma anche questa volta Ax e gli organizzatori del suo spettacolo hanno saputo sbalordirmi! Le persone in sedia a rotelle hanno avuto la fortuna di assistere al concerto SOTTO IL PALCO, davanti a tutti. Mi sono sentita messa al primo posto, e questo non capita tutti i giorni a persone con disabilità in Italia. Invece ho avuto la possibilità di cantare tutte le mie canzoni del cuore, tra l’altro la prima in scaletta è stata “Spirale Ovale”, che è per antonomasia la canzone che fa scatenare maschi e femmine ai suoi concerti. Quindi è proprio partito col botto!

Ho potuto così sentirmi parte di ogni performance, proprio com’è successo ad ogni concerto a cui ho partecipato. Spero proprio di poter vivere così ogni prossimo concerto..

E magari la prossima volta che sentirò J-Ax, cercherò di non essere l’unica a non guardare in camera per il selfie!

Priscilla_Chairleader 

 

….VIVA CICCIA, BRUFOLI E CANOTTE PER LA PALESTRA!!

Innanzitutto grazie a tutti per le visite di ieri su questo Blog!! In molti mi avete scritto privatamente per fare i complimenti, e molti altri mi hanno confidato di essersi sentiti “in colpa”, perché leggendo il mio post hanno pensato che forse i problemi non sono quelli di non saper quale sia il locale meneghino più In dove passare la serata, o quale canottiera si addice di più per andare nella palestra sotto casa.

Così ho deciso di parlare di questo nel 2º post, non di quale siano i migliori locali di Milano, nè di quale maglia mettere per andare in palestra, ma del fatto che cortesemente alcuni di voi hanno pensato che (forse) questi non sono problemi in confronto a quelli che posso avere io…..

E perché no?!

Vi dirò di più…. È vero, io ho difficoltà ad afferrare oggetti, a scendere dal letto, vestirmi e quant’altro. Ma per sentirmi uguale a tutti devo prima avere i problemi di tutti. Li prenderò sicuramente più alla leggera ma cosa credete che pensi se la mattina mi sveglio e trovo un cratere bianco sul mento?!?! 👿🔫

Dunque spero di aver tranquillizzato gli animi di chi magari ha pensato di essere una brutta persona perché non ha i miei problemi (meglio così, vi assicuro). Allora viva ciccia,brufoli e canotte da palestra. Spero, inoltre, che i miei prossimi post vi facciano piacere, ma non fatevi seghe mentale se dovessi scrivere qualcosa che vi può far emozionare!!

Vi ringrazio ancora molto, baci

Priscilla_Chairleader

Il Primo Ricordo, Bianco.

Quando ho aperto gli occhi vedevo tutto bianco. Non c’era differenza tra il colore delle lenzuola e quello delle mura, o della porta. Forse le pareti non erano bianche. Forse erano di un azzurro pallido, ma in quel momento le luci soffuse di quella stanza di Rianimazione mi confondevano un po’.

Dalla porta sono entrate due figure che non riuscivo bene a distinguere, si trattava di due donne con in mano delle cartellette, di quelle un po’ rigide che alle scuole medie utilizzavo per mettere le tavole di disegno tecnico, ma ovviamente le loro erano cartelle cliniche. Si sono avvicinate ai piedi del letto e la donna più alta con la divisa rossa ha aperto la bocca e tutto d’un fiato ha detto queste esatte parole: «Ciao Priscilla, sono la Caposala del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Legnano. Ti trovi qui perché hai avuto un incidente stradale, ricordi? Sei qui da due giorni, hai subito un intervento, ma purtroppo non riuscirai più a muovere le gambe, non potrai più camminare». La caposala ha cercato una qualche risposta nel mio sguardo. Io la guardavo dal basso e ho iniziato a piangere piano, piano. Non mi veniva da singhiozzare, non avrei mai potuto avere una reazione forte poiché ero sicuramente piena di antidolorifici e calmanti. Mi sembra di aver girato la testa verso destra, come per rannicchiarmi su me stessa, ma non potevo farlo perché non erano solo le gambe ad essere paralizzate.

Ho cercato di sforzarmi e provare a ricordare. Nella mia mente ricordavo una luce….. BAAAM…. Poi un’immagine offuscata della mia migliore amica fuori da una macchina che gridava il mio nome e mi diceva di scendere…….Poi vedo ancora bianco ma sento una voce, « Tranquilla sono un vigile del fuoco, ora non ti spaventare, ma per estrarti dobbiamo tagliare il retro della macchina con una sega elettrica, tu stai tranquilla». E più niente.

Le due donne nel frattempo erano uscite dalla stanza, e la mia attenzione si è spostata sulla musica in sottofondo. Dietro il letto doveva esserci una radio, e in quel momento trasmetteva La Fine cantata da Tiziano Ferro. Non poteva esserci canzone più azzeccata per “infilare un machete nella piaga”!! E a me tra tutti i pensieri che potevano venirmi in mente in quel momento ho pensato: ” Avrei preferito La vita non è un film, di J-Ax”.

Non sentivo voci in corridoio, continuavo a vedere bianco, poi ho iniziato a preoccuparmi per i miei genitori, e per la mia nonnina in montagna. Mi chiedevo come stavano, se fossero arrabbiati, se erano fuori dalla porta, e se sì, perché non entravano??

Poi la porta si riapre e vedo loro, i miei genitori.

Così quei minuti, bianchi e sfocati, se ne sono andati com’erano arrivati. In un lampo. Come l’incidente, fatto in un lampo….

Quel muro bianco della mia mente adesso si sta riempiendo di ricordi colorati e nitidi.

Priscilla_Chairleader

Chi sono?!

Mi chiamo Priscilla, classe 94. Vivo a Milano con una SuperMamma e un Bulldog Inglese di nome Roberto!

Frequento l’università e studio per affrontare una carriera giornalistica.

Sono una ragazza come tante altre ma…. HO UNA MARCIA IN PIÙ! Letteralmente..

Si, perché viaggio su 4 ruote! Nel 2013, in seguito ad un incidente stradale, sono rimasta paralizzata dalle spalle in giù. Vivo con qualche difficoltà in più rispetto ai miei coetanei ma VIVO.

Qui potrete seguire la mia quotidianità, i miei progressi, e cercherò di parlare dei disagi che si possono incontrare vivendo in sedia rotelle.

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